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© Created by Federica Di Lorenzo Graphics: Stefania D'Angelo Ph: Liliana Ricci

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La ripercussione della guerra “sul mercato” dell’arte contemporanea

2022-04-19 14:30

Emanuele

Arte e Cultura, Informazione,

La ripercussione della guerra “sul mercato” dell’arte contemporanea

La guerra del Golfo, nei primi anni novanta, aveva distrutto i sogni di molti collezionisti, colpendo i valori sul mercato di tanti artisti. Ovviament

 

 

 

 

 

 

La guerra del Golfo, nei primi anni novanta, aveva distrutto i sogni di molti collezionisti, colpendo i valori sul mercato di tanti artisti. Ovviamente le più colpite furono le valutazioni degli artisti americani come Mark Rothko e Andy Warhol, giusto per citarne qualcuno. Ne consegue, evidentemente, che la guerra ha un impatto sul mercato dell’arte, tuttavia questa volta il divampare del conflitto Russo-Ucraino sembra non aver scalfito affatto il solido mercato dell’arte contemporanea.

 

Nei primi giorni di marzo si sono tenute, come da programma, le aste di arte impressionista, moderna e contemporanea delle famigerate case d’asta Christie’s e Sotheby’s, che in questa occasione hanno fatturato rispettivamente 334 milioni di dollari e 297 milioni di dollari. Dati alla mano sono state rispettate le previsioni, risultate soddisfacenti con esiti allineati ai pronostici. Dunque sembrerebbe davvero che il mercato dell’arte non sia stato intaccato dalla guerra, a differenza dell’economia mondiale che sta risentendo degli innalzamenti dei prezzi dovuti al conflitto. Dall’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità all’aumento dell’aliquote, fino a quello delle accise. In definitiva l’unico mercato solido sembrerebbe rimanere quello dell’arte contemporanea.

 

Nonostante ciò si sono verificati dei colpi di scena inattesi, come per esempio le performance deludenti delle opere di Monet e di Picasso, che sono state vendute a prezzi molto inferiori rispetto alla stima prevista ed al prezzo di riserva indicato, qualora non fosse necessario raggiungerlo. Nel caso di Monet, due opere sono state vendute sottoprezzo. Tuttavia a fare davvero scalpore è l’opera delle “Ninfee”, sicuramente non una versione memorabile, ma trattandosi del più famoso soggetto dell’artista, sono stati raggiunti sempre prezzi inauditi e superiori alle stime. Per quanto riguarda Picasso, invece, era presente solo un’opera in vendita, un ritratto di donna che è stato battuto a 14 milioni di euro, 4 milioni in meno rispetto alla sua valutazione, cosa assai rara per le opere dell’artista di Malaga.

 

Sicuramente le aste previste a maggio, nelle grandi case, saranno organizzate non senza apprensione e, di certo, gli sviluppi del conflitto avranno un peso sulla quantità e sull’importanza delle opere da proporre. Infatti da Christie’s, gira voce, sia spuntata una “Marilyn” di Andy Warhol da 200 milioni di dollari. Gli addetti ai lavori appaiono non poco preoccupati circa il proporla o meno a questa asta, per non rischiare di bruciare i top lot milionari.

 

In conclusione posso affermare, con un certo grado di sicurezza, che il mercato dell’arte, per il momento, non è stato colpito come gli altri, ma al contrario rimane sui livelli di sempre.

Questa sicuramente è una bella notizia nella tragica cornice degli eventi che ci auguriamo tutti quanti possano trovare presto una fine veloce e giusta per le vittime e non per i carnefici.

 

Emanuele Di Veroli