Viviamo un periodo di forte cambiamento, ognuno di noi, senza distinzioni, è stato costretto a modificare radicalmente le proprie abitudini. Siamo tutti impegnati nell’adattamento ad un nuovo modo di vivere, di lavorare, di instaurare relazioni e coltivare legami personali e professionali.
L’obbligo del distanziamento sociale, tra le varie misure divenute necessarie, ha coinvolto tutti nell’emergenza sanitaria e la trasformazione delle modalità di lavoro ne è stata conseguenza immediata.
Il mondo però è cambiato molte volte e, per nostra natura, siamo inclini all’adattamento. La grande sfida, questa volta, è che dobbiamo farlo in fretta.
Seppure costretti da una situazione drammatica ed irreale, siamo chiamati a dimostrare di saper rispondere all’emergenza, cercando soluzioni diverse, sostenibili, compatibili ed innovative per portare avanti le nostre diverse attività, senza abbandonare idee e progetti a cui stavamo lavorando prima di questo forzato immobilismo.
Dopo essere stati catapultati, durante il “lockdown”, a lavorare dalle nostre case abbiamo sperimentato lo Smart Working, ed in questa fase di auspicata ripresa, le aziende, piccole e grandi, sembrano muoversi verso una profonda riorganizzazione gestionale che non potrà che coinvolgere la rotazione del personale ed una maggiore flessibilità dell’orario lavorativo.
I processi di cambiamento che in Italia, avanzavano troppo lentamente – come l’evoluzione del lavoro verso una maggiore flessibilità e la sua trasformazione digitale - sembrano oggi scenari non solo possibili, ma necessari nel delicato momento che stiamo, nostro malgrado, condividendo.
E questo è uno dei risvolti positivi della crisi, da utilizzare quale spinta per una pronta ripresa.
E’ noto ormai da tempo che lavorare secondo le logiche dello Smart Working può portare diversi vantaggi e addirittura aumentare la produttività dei lavoratori, con un importante abbattimento dei costi, come risulta da molteplici studi a tale riguardo.
Ma Smart Working non significa solo lavorare da remoto e utilizzare piattaforme per la gestione del lavoro in team e non sarà l’unica prova che ci troveremo ad affrontare.
Molte aziende saranno costrette a riorganizzarsi per garantire la sicurezza dei lavoratori e il rispetto delle nuove regole ed i liberi professionisti cercheranno nuove strade e nuove soluzioni per rispondere alle mutate esigenze del mercato.
Il coworking può essere una risorsa utile nella risposta all’emergenza?
Il coworking è uno spazio dove liberi professionisti, freelance, piccole e medie imprese possono lavorare in riservatezza, confrontarsi o condividere idee e progetti.
Suo fondamento è la condivisione concreta dello spazio, non solo inteso in senso fisico: nello stesso luogo, infatti, figure sempre diverse - ognuna con la sua cultura, le sue competenze ed il suo percorso professionale - si arricchiscono attraverso la condivisione di esperienze diverse che possono dar vita ad accattivanti occasioni di collaborazione, che non avrebbero certamente potuto trovare terreno fertile in un ambiente isolato e poco stimolante.
Il coworking poi è per sua natura flessibile, garantisce spazi adattabili (anche in risposta alle nuove esigenze sanitarie) e fornisce tutti i servizi necessari ad un ambiente lavorativo, rispondendo a tutte le esigenze, come lavorare individualmente o in gruppo, in riunioni o workshop, oppure offrendo semplicemente un angolo tranquillo per una pausa caffè con il vicino di scrivania.
Alcune cose però, almeno per un po', non saranno più come prima.
E’ proprio per questo che in questa fase è necessario trovare modi intelligenti ed innovativi per ripartire in sicurezza.
Le aziende, le imprese ed i professionisti dovranno adeguare i loro uffici e la propria organizzazione del lavoro, con il forte rischio di dover optare per una netta diminuzione del personale.
Gli spazi di coworking potranno rappresentare una valida alternativa, ospitando per brevi o lunghi periodi i lavoratori in smart working, assicurando costi contenuti per chi non ha a disposizione un luogo di lavoro adeguato alle nuove disposizioni di legge ed è costretto a spostare dipendenti e collaboratori.
L’adattabilità dello spazio darà ai coworkers di una stessa azienda o di uno stesso team, la possibilità di alternarsi sulle stesse postazioni senza aggiungere spese e, ancor più importante, scongiurando drammatiche scelte a danno della forza lavoro, che dovrà necessariamente essere posta al centro di questo nuovo processo riorganizzativo.
I liberi professionisti ed i freelance potranno trovare un luogo adatto per lavorare in sicurezza, ritrovando gli stimoli e la concentrazione, dopo il periodo di isolamento obbligatorio, che ne ha fortemente minato la stabilità.
Tutti avranno a disposizione spazi, in sicurezza, adatti a meeting e riunioni – da svolgersi magari con qualche partecipante in meno - ma comunque fondamentali per iniziare a riattivare progetti, sinergie e collaborazioni.
I coworking sono luoghi “agili” per definizione, che crediamo potranno essere di supporto a molti in questa fase di transizione e non solo.
La qualità preminente del coworking, infatti, è l’ecosistema che crea attorno a sé, generato dai rapporti tra le persone e dagli obiettivi condivisi e siamo sicuri, anche e soprattutto in questo difficile momento, che possa fare davvero la differenza.
Lab 606 è deciso più che mai ad affrontare con determinazione questa nuova sfida insieme ai suoi coworkers. Diamoci da fare tutti insieme senza farci abbattere e torniamo a guardare il futuro con propositivo ottimismo!
Non possiamo fare altrimenti.